Ogni stato ha le sue leggi che formano la costituzione e questa può garantire più o meno libertà ai sui cittadini. La legge italiana è sempre stata definita una delle migliori nel senso ampio, ma cosa dice sui matrimoni? Chi si può sposare e come?
Ora ve lo spiego.
Per lo Stato italiano possono convolare a nozze solamente le persone che hanno compiuto diciotto anni di età, ossia sono diventate maggiorenni. Volendo potrebbero sposarsi anche due che hanno sedici o diciassette anni, ma previa autorizzazione del Tribunale dei Minori.
Affinchè il matrimonio avvenga entrambi i futuri sposi devono essere d’accordo alla celebrazione, deve quindi esserci il consenso da parte di entrambi. In Italia nessuno può essere forzato alle nozze. Il matrimonio possibile nel nostro paese è religioso oppure civile.
Nel secondo caso avviene davanti ad un rappresentante dello Stato che lo può officiare, in genere il Sindaco o un Assessore Comunale. Per quanto riguarda invece i matrimoni religiosi, hanno valore solamente se la religione in questione è riconosciuta dallo Stato e ha un accordo con esso.
Gli stranieri che si vogliono sposare su suolo italiano devono procurarsi documenti specifici. In pratica si tratta di un Nulla Osta alle nozze firmato dalle autorità competenti del suo paese che deve poi essere presentato all’ufficio dello Stato Civile. Se il futuro coniuge non appartiene nemmeno alla Comunità Europea ed è di altra nazionalità deve presentare un documento firmato da un Console o Ambasciatore e poi venir autentificato dalla prefettura.
Chi non può proprio sposarsi? Chi è stato dichiarato infermo mentalmente, chi è già sposato, da noi la poligamia non è permessa, chi ha legami di parentela con la persona con vorrebbe sposarsi. A questo proposito non possono contrarre matrimonio nemmeno due fratelli entrambi adottati.
In Italia attualmente l’unico matrimonio riconosciuto e possibile è quello eterosessuale, ossia tra un uomo e una donna. Se le condizioni di cui sopra non vengono rispettate il matrimonio viene considerato nullo.
