Ocse: matrimoni in Italia solo tra coppie dello stesso ceto sociale

di Gianni Puglisi Commenta

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Tempi di crisi e di indagini a tappeto sulla situazione economico finanziaria degli italiani. Inutile nascondersi dietro un dito, tanto che nessuno, ormai, vuole indorare la pillola: si stanno vivendo (per citare il grande Charles Dickens) tempi difficili e le grandi speranze sembrano ormai tramontate.

Tra le varie analisi di ricerca effettuate sulla popolazione c’è anche quella dell’Ocse, che abbraccia anche il parametro della tipologia di matrimoni contratti a seconda della classe sociale di appartenenza: a questo proposito, bisogna aggiungere, sottolineamo come sempre più si tenda a parlare in termini di classi, un retaggio che si sperava ci fossimo lasciati alle spalle. Evidentemente la crisi ha portato alla ribalta, prepotentemente e con rinnovato vigore, le differenze tra le diverse fasce della popolazione.

In altre parole: ricchi sempre più ricchi che tendono a consolidare la propria ricchezza unendosi in matrimonio solo con individui dal reddito simile e poveri ugualmente poveri (se non ancor di più) a cui è praticamente preclusa la cosiddetta mobilità sociale.

Commenta Stefano Scarpetta, vicedirettore della sezione Lavoro e politiche sociali dell’Ocse:

Come in altri Paesi occidentali, i ricchi si sposano con i ricchi, e anche il matrimonio diventa un fattore di polarizzazione del reddito, contribuendo a un terzo dell’aumento della disuguaglianza di reddito da lavoro tra le famiglie

Noi crediamo che tutto questo non sia certo una novità: forse ultimamente l’aspetto è diventato soltanto più accentuato. Da sempre ci si innamora e si desidera ciò che si conosce, ciò che è anche fisicamente vicino.

A titolo d’esempio: è molto difficile che il principe Henry si potesse innamorare di una donna comune, perché la sua vita, le sue frequentazioni e il suo quotidiano sono scanditi da ritmi e luoghi tipici di un certo mondo e una certa categoria sociale. Perché le celebrità, sovente, si innamorano di altri vip? Semplicemente perché hanno quasi esclusivamente la possibilità di incontrare individui che fanno parte del loro stesso ambiente.

E’ una situazione imposta alla maggior parte di noi, senza dubbio con alcune eccezioni, ma di norma è proprio così che accade: non ci si stupisca se i medici si sposano tra di loro, se il loro percorso universitario lungo e faticoso li porta ogni giorno a stretto contatto e, soprattutto, il lavoro li costringe a stare gomito a gomito per i tre quarti della giornata.

Questa tendenza, indubbiamente, ha una conseguenza sociale non da poco, che Scarpetta chiama polarizzazione del reddito: il divario tra ricchi e poveri, in questo modo, non può che aumentare e farsi più esasperato e la forbice di disuguaglianza va a cristallizzarsi, quasi letteralmente, con il rischio che si creino le basi per la nascita di vere e proprie caste.

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