Il taglio della cravatta al ricevimento di nozze

di Gianni Puglisi 1

Il taglio della cravatta è un’usanza che al giorno d’oggi non sembra più essere molto apprezzata e mette abbastanza in imbarazzo gli sposi. Veniva effettuato durante il ricevimento, di regola al ristorante.

Erano gli amici dello sposo ad organizzarlo e i soldi raccimolati dagli sposi venivano utilizzati per le loro prime necessità. Oggi è rimasta un’usanza solo nei paesi o in zone della penisola, ma per la maggior parte è scomparsa.

Se non si desidera che avvenga è meglio avvertire gli amici e opporsi con fermezza all’organizzazione del taglio, se invece vi serve qualche soldino in più allora lasciate fare, ma con qualche suggerimento.

Bisogna considerare che gli invitati un regalo l’hanno già fatto e quindi per alcuni tirare fuori ancora del denaro potrebbe non essere facile, specialmente di questi tempi. La cravatta deve essere tagliata a strisce e la parte che ha più “valore” è il nodo.

Se al ricevimento ci sono tanti ospiti si può tagliare in pezzi più piccoli, così i presenti che l’acquistano potranno fare un’offerta simbolica senza sentirsi obbligati ad esagerare. Se invece sono pochi è meglio diminuire i tagli per non passare troppo tempo a trovare chi li voglia acquistare.

Ora, per un taglio della cravatta, che può essere una tradizione imbarazzante, meglio trovare una persona che lo gestisca e organizzi in maniera divertente, in modo da far ridere gli ospiti, o quanto meno divertire, in modo che sia un momento a sé, magari tra una portata e l’altra, mentre si attende quella successiva.

Ci sono anche da considerare altre usanze, come il lancio del bouquet e il taglio della giarrettiera. Se si sceglie per l’uno, magari non per l’altro, entrambi prevedono l’acquisto di pezzetti di stoffa e quindi di “pagare”.

Queste tradizioni, a parte il denaro, potevano essere viste e vissute come un momento felice in cui gli invitati si portavano a casa un ricordo del matrimonio che aveva il potere di portare fortuna.

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