Matrimoni Gay: i paesi favorevoli e quelli contrari

di Gianni Puglisi 1

La notizia è rimbalzata in queste ultime ore, circa l’approvazione in Argentina da parte dell’altro ramo del Parlamento (toccava al Senato decidere), della legge che regolarizza i matrimoni gay.

Ce ne siamo occupati nei giorni scorsi quindi ci limitiamo a sottolineare che l’Argentina è il primo paese dell’America Latina ad approvare i matrimoni omosessuali.

Lo spunto però ci permettere di riflettere su come sta evolvendo la legislazione in favore dei diritti degli omosessuali, soprattutto perchè la riforma argentina coincide con quella dell’Islanda, altro paese gay-friendly. Abbiamo così effettuato una ricerca world wide sui paesi a favore e i paesi che non hanno ancora o non vogliono legalizzare i matrimoni gay.

La prima nazione ad aprirsi alla legalizzazione dei matrimoni gay è stata, come prevedibile, l’Olanda, che si conferma ancora una volta paese di mentalità aperta e tollerante. Correva l’anno 2001 e nella stassa ratifica si disse sì alle adozioni. Nel 2003 è la volta del Belgio che nel 2006 accorda anche le adozioni. Nel 2005 è la volta del Canada e nel medesimo anno è il governo Zapatero a legalizare in Spagna sia i matrimoni che le adozioni. Nel 2006 è il Sud Africa, unico paese del continente africano, a legalizzare i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Qui la situazione è per certi versi paradossale: già da molti anni era consentita l’adozione ai single e dal 2002 anche alle coppie gay. Bisogna aspettare il 2008 perchè anche gli Stati Uniti si aprano ai matrimoni tra omosessuali anche se tale affermazione ha bisogno dei dovuti distinguo. La maggiorparte degli stati federali si è opposta drasticamente alla legalizzazione ma non mancano le eccezioni anche eclatanti: nel 2008 è lo stato dello Iowa, tradizionalmente conservatore a dire Sì, seguito a ruota dallo stato del Vermont, Connecticut, Massachusetts e New Hampshire. Si tratta di piccole isole felici rispetto per parlare di una realtà americana. Il 2009 è l’anno della Svezia che estende il diritto anche alle celebrazioni religiose, così come poco dopo la Norvegia e in Messico ma solo circostanziata alla capitale. Il 2010 si apre con l’approvazione per il Portogallo, seguita dall’Islanda e ultima l’Argentina.

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