Dopo gli auguri, gli accertamenti del fisco. Anche questo capita a Palermo dove l’Agenzia delle Entrate sta facendo recapitare alla giovani coppie un questionario riguardante il conto analitico delle spese che hanno sostenuto per il matrimonio. Un mezzo di contrasto all’evasione fiscale da molti ritenuto un po’ sui generis ma sicuramente dettato da un’ovvia constatazione:
A Palermo come in Sicilia e altre regioni del Mezzogiorno, il matrimonio è un evento molto sentito e che si accompagna spesso a spese folli e a festeggiamenti in grande stile. Ma evidentemente gli studi di settore della Guardia di Finanza hanno evidenziato una discordanza tra il fasto delle nozze e il magro delle entrate.
Così è scattato il questionario che non manca di scatenare le polemiche e far sorgere dubbi circa la sua legittimità. Nella lettera che lo accompagna si legge:
Gli sposini hanno l’obbligo di rinviare agli uffici il modulo compilato, pena una sanzione pecuniaria che l’Agenzia nel questionario si limita a indicare senza entrare nel merito delle cifre. Il Fisco non chiede alle coppie di produrre ricevute e fattura, e non li persegue per questo: non potrebbe farlo, perché un cittadino non ha alcun dovere di conservare i documenti. Ma vuole che parlino, con la stessa voce convinta che hanno usato all’altare per dire sì. Parlare, denunciare, fornire nomi, indirizzi e cifre. E dire la verità, tutta la varietà.
Se è prevista una sanzione pecuniara per chi non risponde è altrettanto vero che è ancor più grave non dichiarare il vero. E non si rischia la stessa cifra per un divieto di sosta:
la mancata ottemperanza agli inviti nel termine sopraindicato (20 giorni dal ricevimento della raccomandata), ovvero la risposta falsa o incompleta, è punita con la sanzione da € 258 a € 2.065 ai sensi dell’art 11 lettera c del D.LGS 13/12/1997 N.471.
Insomma conviene informarsi.
Via | La Stampa
