Giorno della memoria, il passaggio del testimone

di Gianni Puglisi Commenta

cerimonia nuziale ebraica

Quando ancora non esisteva il Giorno della memoria, istituito nel 2000, mio padre mi parlava spesso di quello che era accaduto durante la seconda guerra mondiale. Seguivo documentari, leggevo articoli e nel tempo, a volte, mi sono talmente abituata a sentirne parlare da non stupirmi più di fronte a certi dettagli o a nuovi documenti.

Negli ultimi anni,però, mi sono resa conto che l’unico modo per vivere in modo concreto questo giorno è cercare di saperne di più sulle persone che vissero quegli eventi, persone come me, come voi. Giovani donne che progettavano il loro matrimonio o che si erano appena sposate. Allora, mi sono chiesta, come dare un contributo costruttivo al 27 gennaio?

Visto che su questo blog parliamo di matrimoni, mi sono messa a curiosare in rete per saperne di più sul matrimonio ebraico tradizionale. Ho scoperto, così, che la cerimonia nuziale è preceduta dalla stesura e firma di un vero e proprio contratto matrimoniale, che fissa gli obblighi dei coniugi ed un tempo fissava anche la dote della sposa.

La stesura del contratto viene festeggiata da parenti e amici e tra le consuetudini curiose c’è l’uso di spaccare in due un piatto. Il gesto non porterà fortuna solo ai coniugi ma anche a due amiche nubili della sposa cui verranno donate le due metà del piatto.

Se, poi, noi pensiamo che uno sposo non debba incontrare la sua fidanzata prima della cerimonia, nel rito ebraico, invece, lo sposo si reca dalla sposa prima che metta il velo, per assicurarsi di non essere ingannato come accade a Giacobbe (cui venne data in sposa un’altra donna).

I due fidanzati si reincontrano poi sotto la chuppàh, il baldacchino. Al termina della cerimonia, lo sposo romperà con il piede un bicchiere, per allontanare eventuali presenze maligne.

Mi rendo conto di aver sintetizzato davvero molto quella che è una tradizione complessa e significativa, ma d’ora in poi quando penserò alle donne portate via nei campi, non saranno più per me solo immagini o simboli, ma ragazze in carne e ossa che sognavano il proprio futuro, che provavano un abito, che chiacchieravano con le amiche.

Spero che anche per voi, oggi, siano diventate un po’ più reali e che possa avvenire un ideale passaggio del testimone, per costruire un futuro diverso.

Photo Credits | Thinkstock

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