Matrimonio gay, il no della Cina

di Gianni Puglisi Commenta

Questa avrebbe potuto essere, senza alcun dubbio, una giornata storica per i diritti LGBT in Cina, ma un giudice ha respinto senza se e senza ma l’istanza presentata da Sun Wenlin.

L’uomo sopracitato, 27 anni, dalla provincia di Hunan chiedeva il riconoscimento della sua unione come matrimonio all’ufficio delle questioni civili della città di Changsha con il compagno Hu Mingliang , 37 anni. Questa coppia di omosessuali di nazionalità cinese ha perso dopo quattro mesi di lotte la battaglia per vedere riconosciuta la propria unione come matrimonio, questo quanto riportato dalla Bbc. L’azione legale della coppia è partita nel mese di giugno dello scorso anno, in occasione del primo anniversario di matrimonio dopo che le autorità avevano rifiutato di riconoscere legalmente la loro unione. Nel mese di gennaio 2016 un tribunale distrettuale della corte di Changsha aveva accettato di discutere il loro caso, fatto senza precedenti nel paese secondo le associazioni per i diritti civili.

L’omosessualità in Cina infatti è stata considerata reato fino al 1997 e solo dal 2001 è stata tolta dall’elenco delle malattie mentali, ma al cinema e in tv rimane ancora oggi vietata la rappresentazione di relazioni e matrimoni gay. Ma oggi la sentenza è stata definitiva, la loro unione non può essere riconosciuta come matrimonio. In Cina le nozze gay dunque non sono legali, ma negli ultimi anni si sta sviluppando un nuovo tipo di tolleranza e sta crescendo nel Paese l’attenzione per i diritti degli omosessuali. Oggi, infatti, Sun e Hu sono stati accolti fuori dal tribunale da centinaia di sostenitori che li incitavano e li invogliavano a non darsi per vinti.

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