Spousonomics, l’economia applicata al matrimonio

di Redazione Commenta

E va bene, non è certo una novità trovarsi di fronte a libri che trattano di matrimonio. Ma stavolta la particolarità c’è. Spousonomics, infatti, esamina il vincolo tra consorti con l’occhio clinico delle leggi economiche.

Recentemente uscito in Gran Bretagna, il volume nasce da un blog tenuto dalle giornaliste Paula Szuchman e Jenny Anderson e promette di aiutare a far funzionare il matrimonio quasi come se si trattasse di un’azienda.

Tra i capitoli, quello dedicato ai vantaggi comparati. Un esempio più che semplice: le faccende domestiche divise a metà? No, meglio decidere quale sia il campo d’azione di ognuno, quello che riesce meglio, e specializzarsi in quello. Se uno si occupa del bucato, l’altro agirà in cucina. E se uno dei due lavora di più, basta assegnare un determinato valore a ogni compito e darsi al baratto. Un esempio: una serata con i bambini equivale a un lavaggio delle tende di tutta la casa.

C’è anche la teoria della curva decrescente della domanda che riguarda il sesso, in particolar modo il fatto che nei rapporti duraturi l’attività sessuale abbia una naturale diminuzione. Secondo le teorie economiche, questo si spiega considerando i costi: quando una cosa costa molto, ne vogliamo di meno. E il sesso, per alcune coppie, ha un costo troppo elevato in termini di tempo ed energie. La soluzione, dunque? Abbassare i costi del sesso e comicniare a considerarne i benefici.

Concludiamo con l’effetto donazione. Nelle leggi di mercato traduce il principio secondo cui ognuno dà più valore alle cose che possiede di quanto non abbiano realmente. Nel matrimonio, invece, tratta il voler avere ragione a tutti i costi con il partner sovrastimando il proprio punto di vista. La soluzione? Prima di litigare far passare 24 ore se possibile. Provare in fondo non costa nulla… vuoi mai che l’economia riesca a risolvere problemi talvolta insormontabili e a far diminuire i divorzi?

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