Che il velo sia da sposa! Avere 30 anni ed opporsi al matrimonio combinato

di Redazione 1

In Egitto è regola la pratica dei matrimoni combinati, e se una donna a trent’anni non è ancora sposata, con molte probabilità e quasi nessuna speranza rimarrà zitella a vita, con tutte le conseguenze del caso. I wanna be a bride:si chiama una nuova sit come che spopola in Egitto e racconta in maniera ironica lo status delle donne egiziane oggi, costrette a sposare uomini scelti dalle famiglie in matrimoni combinati, o a vagare per sempre nel limbo della zitellaggine e dell’emarginazione sociale.

La sit è tratta dal romanzo I wanna be a bride, tradotto in Italia in Che il velo sia da sposa! ed edito da Epochè Edizioni. Alla base del romanzo e della sit c’è il blog omonimo di Ghada Abdel Aal, farmacista e autrice del blog I wanna be a bride, che dal 2008 raccoglie le lamentele, le aspirazioni ed i sogni di donne egiziane alla soglie dei trent’anni che vorrebbero sposarsi con un uomo che sia un compagno, non con uno sconosciuto scelto dalla famiglia.

In una società sessista come quella Egiziana, in cui un uomo può arrivare ad avere fino a 4 mogli, le donne che oggi hanno quasi trent’anni, una laurea e sono indipendenti economicamente perché lavorano, soffrono dell’impossibilità di poter scegliere il proprio marito, inteso come la persona con cui condividere la vita. La sit com racconta la realtà egiziana del matrimonio con tutti i suoi controsensi: capita che una donna si trovi promessa in sposa ad un uomo che non ha la sua stessa cultura e con il quale non riesca a parlare o con uno che ha già una moglie in un altro Paese.

Di fronte alla cultura del matrimonio forzato, alle trentenni egiziane non resta che adeguarsi e scegliere il proprio marito tra i pretendenti, oppure, come capita all’autrice del libro e alla protagonista della sit com, messe di fronte a personaggi improponibili, aspettare, sperando di trovare quello giusto e reclamare il proprio diritto alla felicità, consapevoli di essersi auto-condannate, forse per sempre, al limbo della zitellaggine.

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