Matrimonio nell’antico Egitto

di Redazione 1

A differenza delle tradizioni vigenti nell’antica Roma, nell’antico Egitto i giovani potevano trovare una persona da sposare senza che la famiglia facesse da tramite, nonostante il matrimonio fosse obbligatorio. Le donne egiziane si sposavano all’età di 13 anni, mentre gli uomini all’età di 15 anni.

Non è possibile sapere con certezza se l’unione nuziale veniva consacrata da una celebrazione di tipo religioso o da un atto di carattere ufficiale. Tra le informazioni di cui oggi siamo venuti a conoscenza, apprendiamo che la sposa veniva consegnata al marito insieme ad una dote più o meno generosa. Quest’ultimo, era tenuto ad offrire dei doni prima del matrimonio.

Il matrimonio nell’Antico Egitto era monogamico, ma nonostante tutto, si potevano avere una o più concubine,  a volte con il consenso della moglie, qualora non si avessero figli, soprattutto dal momento che per gli egiziani non avere figli era considerato un disonore.

Si poteva celebrare il matrimonio fra consanguinei, come ad esempio tra zio e nipote, fra cugini e anche tra fratellastri di madre diversa, mentre non si hanno prove di matrimoni tra veri fratelli, tranne che nel caso dei faraoni.

Per costituire il vincolo del matrimonio, non era necessaria la suggellazione da parte di un sacerdote o lo scambiarsi vicendevole degli anelli. Era sufficiente il consenso dei due sposi di vivere nella stessa casa. La donna, nonostante si sposasse, manteneva il possesso dei suoi beni esprimere liberamente la propria volontà nel disporre di essi. Il marito era tenuto a mantenere la moglie, che aveva un ruolo di rilievo all’interno della casa. In seguito, il matrimonio venne legalizzato da un contratto, che garantiva alla moglie l’eredità del patrimonio dopo la morte del marito.

L’adulterio veniva punito severamente: era la donna ad avere la peggio, dal momento che poteva essere condannata al rogo o alla lapidazione,  mentre anche il marito veniva punito in certi casi. La sua punizione però, non gli costava la vita. Poteva, infatti, risolvere la situazione pagando un indennizzo alla moglie che poteva chiedere il divorzio.

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