Diario di una sposa: la scelta dell’abito

C’è un momento più magico ed emozionante, nell’organizzazione di un matrimonio, della scelta dell’abito da sposa? Io credo di no: sembra una vera fiaba che si realizza e noi ci sentiamo delle vere principesse. Gli abiti da sposa, quasi tutti, sono costruiti apposta per esaltare la bellezza e le forme femminili, rendendoci miracolosamente più belle e raffinate. Ma scegliere un abito da sposa non è facile: la prima regola è non andare mai sole all’appuntamento e lasciarsi guidare dai consigli di chi abbiamo scelto come accompagnatori e dalle assistenti alle vendite, quasi sempre estremamente competenti e sincere.
Personalmente ho scelto un abito semplice. Sì, lo so: è una cosa che si dice sempre, ma poi inevitabilmente tutte si presentano abbigliate come enormi meringhe, sommerse in metri di tessuto, tulle, chiffon, veli e strascichi chilometrici. Dovrete fidarvi della mia parola perché, a causa dei tradizionali motivi scaramantici, non posso inserire la foto del vestito che ho scelto, visto il rischio altissimo che il mio futuro sposo si metta a sbirciare.
Armatevi di pazienza: niente fretta, quando scegliete l’abito! Assecondate il vostro fisico, non costringetelo a infilarsi in vestiti che non fanno per lui. E’ inutile che vi ostiniate a puntare su un modello a sirena se avete la pancetta e fianchi troppo larghi; lo è altrettanto incaponirsi con un abito stile impero se siete magre come un chiodo e avete seno troppo piccolo e spalle strette.
Avendo spalle tornite, sode e ben costruite ho scelto di metterle in mostra con un vestito bianco senza spalline, corpetto fasciante e leggermente drappeggiato su un fianco (che otticamente minimizza anche eventuali rotolini) e gonna che si apre ampia e morbida, a formare un discreto ed elegante strascico. Il tessuto è pregiatissimo taffetà di seta e il modello appartiene alla Collezione Bridal di Max Mara. Una stola in soffice mohair e una in seta, da scegliere all’ultimo momento in base alle condizioni meteo, a completare il tutto.
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