Il problema del dibattito sulle unioni e il rapporto tra omosessuali è che non dovrebbero esistere prese di posizioni nette, immutabili e incrollabili: soprattutto i personaggi politici, spesso, sembrano completamente dimenticarsi del fatto che si parla di relazioni tra esseri umani e di amore, nel senso più profondo e nobile del termine.
Si assiste frequentemente, allora, a cadute di stile, scivoloni e gaffe che hanno dell’incredibile quando un rappresentante della res publica (che quindi dovrebbe pensare e agire nell’interesse della collettività) ha l’infelice idea di esprimere un parere che ha il sapore della sentenza definitiva, facendo ovviamente andare su tutte le furie gay e non. Proprio quello che è accaduto recentemente a Rick Santorum, candidato alle presidenziali degli Stati Uniti per il partito repubblicano.
Ecco uno stralcio del suo discorso sui matrimoni gay, avvenuto davanti a una platea di studenti del New Hampshire (lo stato che detiene la più alta percentuale di atei e agnostici in tutta l’America):
Si dice che che tutti hanno il diritto di sposarsi e che tutti hanno il diritto di sposare chiunque. Quindi ci si può sposare con sette persone? Sto solo facendo una domanda: tutti hanno il diritto ad essere felici e quindi lo hanno anche di sposarsi con altre cinque persone? Lo sto chiedendo a voi.
Il pubblico rumoreggia, Santorum blocca subito la discussione e reitera l’assurda domanda più volte. La platea, a questo punto, risponde prima contestando giustamente il fatto che Santorum mettesse sullo stesso piano la bigamia (che negli USA è vietata come in Italia) con le unioni omosessuali (a dire il vero il parallelismo sfugge anche a noi) e poi con un sonoro e inequivocabile coro di fischi e di Buuu al momento del congedo del candidato repubblicano.
E’ davvero triste constatare che si abbiano ancora pregiudizi così ciechi, riguardo questo delicatissimo argomento, da produrre convinzioni talmente distanti e anacronistiche dalla realtà.
Photo credit| Getty Images
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