Matrimonio, complicità tra coniugi è positiva

di Gianni Puglisi Commenta

Un matrimonio dovrebbe durate tutta una vita, fino a che morte non vi separi, ma è anche vero che se si è scelto un compagno che dovrebbe essere la persona con cui si vuole passare la propria esistenza non sempre va proprio così.

Ma cosa rovina tanti matrimoni? In molti sostengono che non ci si conosce abbastanza a fondo per sposarsi oppure che è impossibile conoscere veramente una persona e molti suoi difetti li si scoprono solamente dopo.

Le teorie sono così tante che tenere conto di tutte è praticamente impossibile. Quando ci rifletto un pò la domanda che mi pongo è. “ma se da findanzati si è disposti a scusare anche piccoli difetti e manie dopo assolutamente no”?

La risposta che mi sono data è che quando si è innamorati si perdona tutto poi quando finisce l’innamoramento si diventa meno comprensivi e tolleranti, le piccole debolezze dell’altro ci danno fastidio.

Che fare dunque per non ritrovarsi a “odiare” il proprio partner? Non è facile, ma molte coppie ci riescono raggiungendo traguardi di anche cinquant’anni insieme. Certo chi vi arriva adesso ha cominciato il matrimonio in “altri tempi”, ma vuol dire?

Forse no, forse sì. Personalmente credo dipenda sempre dalle persone e da come vivono situazioni. Voglio dire c’è chi si sposa con la persona sbagliata e non c’è molto da fare. O si separano o si sopportano, ma quandi due persone si amano, con il tempo il sentimento potrebbe un pò scolorirsi ed è compito di entrambi fare in modo che non succeda.

La complicità tra moglie e marito può fare i modo che non accada. Condividere idee, momenti, pensieri, difficoltà, rende la coppia più forte, ma anche affiatata. Se si prendono strade troppo diverse che allontanano uno dall’altra allora non si avranno troppe possibilità che sia un’unione duratura. Ma cosa si intende per complicità?

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